L’impronta ecologica nelle aziende

Ognuno di noi con i propri comportamenti e il proprio stile di vita, ha un impatto sulla terra dal momento che ogni cosa che produciamo e usiamo proviene dall’ambiente naturale.

Nella produzione di un bene e al termine del suo uso creiamo scarti e abbiamo quindi bisogno di sistemi ecologici in grado di riassorbire tali residui.

Inoltre gli insediamenti (abitativi, produttivi, ecc.) occupano spazi che sottraiamo alla natura.

Considerato che la quantità di terra disponibile è una grandezza finita e la produttività è limitata, i problemi di equa distribuzione delle risorse non possono essere ignorati.

Le nazioni si appropriano in modo diseguale della capacità bioproduttiva: i paesi più ricchi hanno un consumo di risorse ed una produzione di rifiuti pro capite molto più elevata di quella dei paesi poveri.

È necessario dunque rendersi conto di quanto sia stretto il legame tra il nostro stile di vita (per produzione e consumo) e le risorse naturali, che non sono inesauribili.

È necessario misurare il nostro impatto sui sistemi ambientali per apportare modifiche e cambiamenti sul comportamento e per attuare uno sviluppo che possa essere sostenibile.

Per tenere sotto controllo il progresso verso lo “sviluppo sostenibile” è necessario definire e misurare i vari aspetti della sostenibilità: i limiti che ci impone la natura, il nostro impatto su di essa e la nostra qualità della vita.

L’Impronta Ecologica è uno strumento utile per calcolare gli impatti dello sviluppo sull’ambiente.

Rappresenta inoltre uno strumento di gestione delle risorse finalizzato a calcolare la superficie di sistemi ecologici produttivi necessaria per mantenere a lungo termine l’attività economica di una particolare azienda o prodotto.

In altri termini l’impronta ecologica misura il consumo di risorse naturali ed è correlata alla capacità della natura di rinnovare tali risorse.

È possibile calcolare l’area totale (terra e mare) necessaria ad assorbire i rifiuti prodotti, il consumo di energia, il consumo di materie prime e a fornire gli spazi necessari per le infrastrutture. Bisogna considerare che le aziende consumano risorse “naturali” provenienti da tutto il mondo, quindi la loro impronta ecologica è la somma di tali aree.

Diventano quindi rilevanti anche le tipologie di produzione, le tecnologie utilizzate e i modelli di consumo.

Come tutti i modelli è semplificato ma fornisce un’idea abbastanza realistica dell’impatto del nostro stile di vita sull’ambiente.

Per calcolare la propria impronta ecologica è innanzitutto necessario definire le superfici necessarie alla produzione del cibo che mangiamo, delle foreste che forniscono legno e catturano anidride carbonica, delle aree oceaniche che producono i prodotti ittici che consumiamo; possiamo distinguere sei macrocategorie di aree ecologicamente produttive:

  1. terreni agricoli per produrre la maggior parte della biomassa generale;
  2. terreni destinati a pascolo per l’allevamento di bovini e degli animali da latte;
  3. foreste sia coltivate sia naturali
  4. aree edificate, che ospitano gli insediamenti e le strade
  5. terre per l’energia derivata da combustibili fossili, ovvero quella che dovremmo riservare all’assorbimento dell’anidride carbonica
  6. aree marine

Calcolare l’impronta ecologica è importante per comprendere una fitta rete di interrelazioni tra le nostre azioni quotidiane e la sostenibilità complessiva del nostro pianeta.

Se prendiamo coscienza del nostro “peso” sul sistema terra, possiamo decidere di introdurre dei cambiamenti nel nostro stile di vita (consumi, produzioni di rifiuti), e possiamo avere un indicatore immediato per valutarne gli effetti.

È possibile basare ad esempio le proprie opzioni di consumatori sulla regola delle 3R

RIDUZIONE: ripensamento della quantità di beni e di risorse utilizzate. Risparmio energetico, riduzione dei consumi superflui, diminuzione dei rifiuti prodotti, limitazione dell’uso di mezzi di trasporto privati a favore di quelli pubblici;

RIUTILIZZO: siamo abituati a buttare via molti oggetti ancora utilizzabili creando così inutili costi di smaltimento e spreco di risorse naturali. Provvedere alla riparazione, finché è possibile, permette di incidere sulla riduzione del nostro impatto;

RICICLO: prevedere il riciclo dei materiali utilizzati è una misura che rispetta l’ambiente ed i bisogni delle generazioni future;

Altre R

→ RISPETTO: le materie prime e i processi di produzione utilizzati per la realizzazione delle merci includono oltre alle risorse ambientali anche il lavoro e il lavoratore; il cliente può agire affinché i diritti dei lavoratori siano rispettati.

→ RESPONSABILIZZARSI: conoscere il problema, acquisire consape-volezza di quel che puoi fare, responsabilizzarsi sui comportamenti individuali e stimolare i comportamenti virtuosi propri ed altrui

AGIRE CONCRETAMENTE:

Ridurre il consumo individuale di energia:

La riduzione dei consumi di energia è il primo passo per minimizzare gli effetti negativi dell’azione umana sul sistema terra. Ognuno di noi può utilizzare degli accorgimenti nel tentativo di ridurre i propri consumi.

ILLUMINAZIONE: Cambiare subito le lampade ad ad incandescenza con quelle a fluorescenza compatta che, seppur più costose, hanno il pregio di durare di più e di consumare meno energia.

APPARECCHI ELETTRICI: Prediligere apparecchi di classe A, dismettere i computer conferendoli a d associazioni per la redistribuzione con software open source.

CARTA: se un albero viene abbattuto non produce più ossigeno e non assorbe più CO2. È di fondamentale importanza non sprecare carta (ad esempio utilizzando entrambi i lati dei foglio, o usando i fogli da buttare come carta per appunti), usare carta riciclata, gettare la carta negli appositi contenitori per il riciclaggio.

TRASPORTI: preferire i mezzi pubblici, la bicicletta, i piedi all’uso dell’automobile privata. Se proprio dobbiamo muoverci in auto possiamo farlo in maniera diversa, privilegiando il car pooling (ovvero non viaggiare soli ma organizzare i viaggiatori che percorrono lo stesso tragitto condividendo la stessa macchina, ad es. percorso casa/lavoro) ed eventualmente il car sharing, ovvero la condivisione di un parco auto pagando una quota base fissa annua calcolata sul reale uso del mezzo.

LCA - (ciclo di vita del prodotto UNI EN ISO 14040:1998)

La maggiore consapevolezza dell'importanza della protezione dell'ambiente e i possibili impatti dovuti ai prodotti fabbricati e consumati ha accresciuto l'interesse verso lo sviluppo di metodi atti a comprendere meglio e a ridurre tali impatti. Una di queste tecniche in corso di sviluppo è la valutazione del ciclo di vita (LCA).

Alcuni obiettivi del LCA

  • stabilire le prestazioni ambientali di un dato sistema di prodotti, quantificando l’utilizzo di flussi di energia e materie prime e le emissioni nell'aria, nelle acque e nel suolo (dati ambientali in ingresso e in uscita) associati a quel sistema, non solo per il sistema intero, ma anche scomposto nelle sue unità di processo
  • identificare quali unità di processo all’interno del sistema di prodotti utilizzano le maggiori quantità di flussi di energia, di materie prime e generano le maggiori quantità di emissioni allo scopo di raggiungere i miglioramenti definiti
  • fornire dati da utilizzare per aiutare la successiva definizione dei criteri per l’etichettatura ecologica
  • aiutare a definire le scelte politiche, per esempio relative agli appalti.

Raccogliere i dati e le categorie di dati

I dati raccolti, siano essi misurati, calcolati o stimati, sono utilizzati per quantificare i flussi in ingresso e in uscita di una unità di processo. Le macrocategorie, nelle quali i dati possono essere classificati, comprendono:

- energia, materie prime, materiali ausiliari o altre entità fisiche in ingresso;

- prodotti;

- emissioni nell'aria, nelle acque, nel suolo, altri aspetti ambientali.

la Valutazione del Ciclo di Vita è volta ad aumentare l'efficienza di un prodotto o di un servizio. E dal momento che prende in considerazione ogni fase della vita di un prodotto, vengono riconosciuti, e quindi eliminati, quei miglioramenti apparenti che si limitano a girare attorno al problema.

L’LCA studia gli aspetti ambientali e gli impatti potenziali lungo tutta la vita del prodotto (dalla culla alla tomba), dall'acquisizione delle materie prime, attraverso la fabbricazione e l'utilizzazione, fino allo smaltimento. Le principali categorie di impatto ambientale da tenere in considerazione riguardano l'utilizzo di risorse, la salute dell'uomo e le conseguenze ecologiche.

L’LCA può dare supporto a:

  • identificare le opportunità di migliorare gli aspetti ambientali dei prodotti nei diversi stadi del loro ciclo di vita;
  • prendere delle decisioni nell'industria e nelle organizzazioni governative e non governative (per esempio pianificazione strategica, scelta di priorità, progettazione o riprogettazione di prodotti o di processi);
  • scegliere indicatori rilevanti di prestazione ambientale con le relative tecniche di misurazione;
  • commercializzare (per esempio una dichiarazione ecologica, un sistema di etichetta
  • ecologica, o un’asserzione di prodotto ecologico).

In ogni caso la soluzione ideale sarebbe quella di realizzare un prodotto od un servizio su base circolare (dalla culla alla culla) e non lineare al fine di non produrre  rifiuti ma materie prime seconde riutilizzabili in un altro ciclo di produzione.

Una volta determinati i “costi” in termini di impatti ambientali si può pensare ad una compensazione in termine di:

  • definizione di terreni equivalenti che possano ripristinare la CO2 (e non solo) emessa dal mio sistema
  • piantumazione di essenze arboree e loro valorizzazione e manutenzione
  • piano di miglioramento per la ridefinizione delle criticità nell’ottica del miglioramento continuo

In questa situazione Sodales è in grado di supportare l’Ente che voglia dotarsi di tali metodi. Sodales infatti collabora con studi tecnici di gestione ambientale, con cooperative per la tutela e la manutenzione del verde, con aziende di raccolta e differenzazione dei rifiuti, con aziende per la definizione di sistemi energetici con fonti rinnovabili (es. pannelli fotovoltaici).

 

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